METTERSI DA PARTE

Martedì – XXVII settimana del Tempo Ordinario
È necessario compiere un lungo viaggio prima di giungere alla terra promessa di un rapporto con il Signore profondo e trasformante. Sembra questo, in estrema sintesi, l’appello che la Parola di questo giorno rivolge al cuore dei credenti. Nell’esperienza personale dell’apostolo Paolo questo discorso si radicalizza e acquista persino tonalità drammatiche. 

Fratelli, voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo;
perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo (Gal 1,13)

Solo dopo aver ricevuto la rivelazione del Figlio di Dio Paolo diventa capace di mettersi da parte e, soprattutto, di accantonare ogni disegno di morte e distruzione che il suo cuore covava nei confronti degli altri, avvertiti come nemici. Una trasformazione simile non passa certo inosservata agli occhi degli altri.

«Colui che una volta ci perseguitava, 
ora va annunciando la fede che un tempo voleva distruggere» (1,23) 

Diverso — non certo meno intenso — è il cammino di conversione a cui il Signore chiama l’amica Marta, sorella di Maria e di Lazzaro, famosa per la sua «premurosa ospitalità», facile però a tradursi anche in affanno e agitazione. Accade a tutti, con estrema facilità di scoprirsi più assorbiti dall’esigenza di esibire il volto migliore che concentrati sulla libertà di poter essere e manifestare noi stessi. Questo modo di vivere, tutto condizionato da aspettative e narcisismi, presto o tardi non può che trasformarsi in risentimento.

«Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? 
Dille dunque che mi aiuti» (Lc 10,40)

Marta è così sfacciata da non prendersela con Maria ma direttamente con il Signore, che sembra approvare questa ingiusta distribuzione dei ruoli. Non solo: impartisce a lui l’ordine di fare qualcosa per cambiare lo stato delle cose. La reazione del Maestro non è meno sconcertante: nessun tentativo di tranquillizzare Marta, non una parola rivolta a Maria. Con due frasi, che non chiedono e non ricevono alcuna replica, il Signore trasforma una brutta figura in una bella notizia.

«Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. 
Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta» (10,41-42)

Marta non viene né rimproverata, né messa in ridicolo per il suo inutile affanno. Le viene annunciato un vangelo di cui, in qualche modo, non si è ancora accorta. Nella sua casa è entrato qualcuno che non va amato e conquistato come tutte le cose della vita, ma da cui è possibile lasciarsi amare, e rimanere — finalmente — se stessi. Marta può dunque mettersi da parte. Come ha fatto Paolo. Come possiamo fare noi, se non vogliamo rinunciare al dono di Dio. 

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