LA VERITÀ DEL VANGELO

Mercoledì – XXVII settimana del Tempo Ordinario

Dopo la sua conversione al vangelo, Paolo non può rinunciare al suo carattere appassionato e ai toni vibranti con cui prende di petto le situazioni che gli stanno a cuore. Scorgendo nell’apostolo Cefa un comportamento ambiguo, non conforme alla «verità del Vangelo» (Gal 2,14), Paolo non esita a denunciare ciò che ai suoi occhi appare come inaccettabile ipocrisia.

«Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei,
come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?» (Gal 2,14)

Una volta spalancato il cuore alla grazia di Dio, dopo aver incontrato il suo volto ricco di misericordia, non si può e non si deve continuare a vivere nel timore, cercando continuamente di scansare tensioni e conflitti, aspirando a un rassicurante quietismo. E quanto il Signore Gesù prova a insegnare ai discepoli, nel momento in cui gli viene chiesto di fornire un insegnamento autorevole sull’argomento. 

«Padre [...]
non abbandonarci alla tentazione» (Lc 11,2.4)

Nella più asciutta recensione lucana, il Padre Nostro rivela i suoi tratti essenziali, passando in rassegna le sole cose che è necessario chiedere umilmente a Dio giorno per giorno. Sono però gli estremi del testo a non cambiare rispetto alla versione dell’evangelista Matteo, confermando un certo paradosso contenuto in questa paradigmatica preghiera. Imparare a riconoscere Dio come Padre, scegliendo di preferire il suo sguardo a quello di chiunque altro, non significa accedere a una corsia preferenziale. Anche per chi è disposto a dichiararsi figlio di Dio la tentazione resta il modo ordinario con cui il cuore si purifica e la libertà si irrobustisce. Ecco perché nel cuore di questa preghiera, siamo invitati a chiedere di non chiedere a Dio nulla che non siamo disposti ad offrire. 

«[...] e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore» (11,4)

Varcare — senza divaricare — i confini di questa preghiera è la via maestra per vivere fino in fondo le relazioni, anche quando diventano conflittuali. Soprattutto quando saremmo tentati di restare in silenzio o di voltarci altrove. E invece possiamo scegliere la «verità del Vangelo»:  diventare scomodi, indispensabili fratelli dell’altro. 

Ma quando Cefa venne ad Antiòchia, 
mi opposi a lui a viso aperto perché aveva torto (Gal 2,11)

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