Giovedì dopo le ceneri – Tempo di Quaresima
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Esiste la possibilità di fraintendere il segno delle ceneri che ha dato avvio al tempo di quaresima. Anziché esortarci a una vita più autentica, potrebbe aver insinuato in noi un rassegnato torpore, se non addirittura in un subdolo spirito di vittimismo. Le letture di oggi ci impediscono di indugiare in simili pensieri, ricordandoci quanto sia fondamentale e determinante la nostra facoltà di scelta. A un popolo che, uscito dalla schiavitù, si trova dinanzi al compito della libertà, Mosè rivolge un preciso monito.
«Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male» (Dt 30,15)
La Quaresima non può cominciare se non ritroviamo la coscienza di essere artefici reali — non virtuali — del futuro nostro e del destino del mondo. Purtroppo, il nostro livello di responsabilità di fronte a questa fondamentale chiamata è talmente basso che talvolta non solo è opportuno, ma ci serve, essere interpellati con la forza di un imperativo.
«Oggi, perciò, io ti comando di amare il Signore, tuo Dio,
di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme,
perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore, tuo Dio, ti benedica
nella terra in cui tu stai per entrare per prenderne possesso» (30,16)
Il Signore Gesù non modifica il carattere deciso e radicale di questo invito, che si fonda su un rapporto di amore e di alleanza tra il cielo e la terra. Ne corregge però la traiettoria, annunciando l’urgenza di percorsi di amore che non siano più vincolati da logiche di bisogno o costrizione, ma il frutto di un desiderio profondo.
«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso,
prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Chi vuole salvare la propria vita, la perderà,
ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà» (Lc 9,23-24)
La Quaresima ci ricorda che l’amore non può mai essere una scelta di fondo, fatta una volta per sempre. È invece l’arte di (sop)portare il peso della realtà e il rischio della libertà nelle piccole e grandi avventure quotidiane. Soprattutto quando le possibilità di movimento si riducono al minimo e le nostre scelte diventano, finalmente, frutto di libertà.
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