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Mercoledì – V settimana del Tempo Ordinario
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La regina di Saba, venuta da lontano per verificare in prima persona la sapienza di Salomone e lo splendore del suo regno, rimane veramente stupita di fronte allo spettacolo di un mondo meravigliosamente ordinato e bello.
La regina di Saba, quando vide tutta la sapienza di Salomone, la reggia che egli aveva costruito,
i cibi della sua tavola, il modo ordinato di sedere dei suoi servi,
il servizio dei suoi domestici e le loro vesti, i suoi coppieri
e gli olocausti che egli offriva nel tempio del Signore, rimase senza respiro (1Re 10,4-5)
Non inferiore deve essere stato lo stupore dei discepoli di fronte alla lapidaria e profonda parabola del Maestro, quando dichiarando «puri tutti gli alimenti» annuncia alle folle che non esiste davvero nulla nella realtà che possa turbare e inquinare il cuore dell’uomo. Al contrario sono le cose che escono dalla sua interiorità i veri nemici che possono corrompere e mandare in rovina la sua vita.
«Ascoltatemi tutti e comprendete bene!
Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro.
Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro» (7,14-15)
Che i discepoli siano rimasti — anch’essi — senza respiro davanti a queste (semplici) parole, lo testimonia la loro immediata richiesta di spiegazioni, rivolta a Gesù non appena sono soli con lui in una casa, al riparo dal clamore delle folle. Più che rispondere, il Signore Gesù ribadisce il concetto, costringendo semmai i suoi amici a guardare senza paura, anzi con realismo, dentro se stessi. Quanta fatica facciamo — tutti e sempre — a non spostare lo sguardo dal luogo dove nascono tutti i motori delle nostre peggiori traiettorie.
«Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male:
impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno,
dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.
Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo» (7,21-23)
La parola di Dio oggi ci rammenta che non serve a nulla continuare a cercare all’esterno i colpevoli delle tante impurità— cioè gli egoismi e l’individualismo — che ogni giorno tolleriamo e coltiviamo. È sufficiente imparare a purificare il nostro cuore. Ascoltandolo anzitutto. E poi, magari, raccontandolo. Come fa la regina di Saba, nella speranza di poter essere aiutata a rifiutare il peggio e a riconoscere il meglio del suo tesoro interiore.
Arrivò a Gerusalemme con un corteo molto numeroso,
con cammelli carichi di aromi, d’oro in grande quantità e di pietre preziose.
Si presentò a Salomone e gli parlò di tutto quello che aveva nel suo cuore (1Re 10,2)
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