Sabato - IX Tempo Ordinario

Letture: Tb 12,1.5-15.20 / Tb 13 / Mc 12,38-44

MEGLIO IL POCO


«Meglio il poco» (Tb 12,8) che il tanto! Le parole dell’arcangelo Medicina-di-Dio (Raffaele) riassumono e portano a compimento le riflessioni che le Scritture ci hanno suggerito lungo questa settimana.


Il poco è sincero, autentico. Assomiglia a noi che, in fondo, abbiamo poco più che «due spiccioli» (Mc 12,42) da lanciare «nel tesoro» (Mc 12,41) del mondo ogni giorno. Il tanto è lusinghiero ma falso. Corrisponde alle nostre ansie da prestazione e ai deliri di grandezza che ci girano sempre in testa.


Immersi in una società tremendamente opulenta, tendiamo a venerare la quantità come criterio di valore per la nostra vita. Così misuriamo continuamente le cose che abbiamo e i rapporti che viviamo, e veniamo risucchiati in un vortice che ci spinge a dare sempre di più. Purtroppo dare tanto non significa necessariamente dare tutto. Anzi, la moltiplicazione delle cose che facciamo e che imbottiscono eccessivamente la nostra agenda, quasi sempre sono uno schermo dietro a cui nascondiamo quel vuoto che abbiamo e non sappiamo accettare.

Scandite da questa inutile corsa trascorriamo molte nostre giornate: divisi e sparpagliati tra «molte» (Mc 12,41) cose, che attingiamo del nostro «superfluo» (Mc 12,44) rimaniamo senza gioia vera, senza pace profonda, perché in nessuna delle tante cose che abbiamo fatto siamo riusciti e mettere «tutto» ciò che siamo (Mc 12,44).


Allora, forse, possiamo convertirci al poco, che è meglio in quanto più vero.


Se rinunciamo a vivere in funzione di quello che gli altri possono pensare o vedere di noi, se smettiamo di vivere e morire per i «saluti nelle piazze» (Mc 12,38) e di inseguire «i primi posti» (Mc 12,39), forse possiamo gettare la nostra offerta nelle mani di Dio e nel pozzo della storia.


È la nostra ‘povera’ libertà, il poco che commuove il cuore di Dio e anticipa il suo regno.



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